IMITARE L’INIMITABILE - Claudio Di Benedetto, 2013

Una geniale interpretazione del libro, dell'oggetto libro, che rimane libro nel momento stesso in cui assume nuove parole non scritte.
Questa non è una mostra di libri, né è una mostra sulle biblioteche, né su questa Biblioteca. Anzi, approfitto per dire subito - e con il dovuto rispetto per tutti i colleghi e gli studiosi che hanno organizzato, organizzano e organizzeranno mostre bibliografiche – che ho sempre silenziosamente pensato quanto queste siano noiose. E poco godibili. Ne riconosco i pozzi profondi e i rivoli di erudizione e informazione, ne apprezzo le emozioni che prepotentemente trasmettono miniature e incisioni, ma resto complessivamente freddo e distratto di fronte a quella sola pagina o quella carta aperta a sapiente arbitrio dei curatori, davanti a quella frustrata tentazione di girare a mio capriccio e caso le pagine o le carte che precedono e che seguono quell’unica in mostra.
Ora che ho bestemmiato nel tempio – liberato dalla confessione, ma oppresso dalla condanna che ne seguirà – posso raccontare perché Mimesis, perché questa “imitazione” all'interno della meravigliosa concentrazione di libri [d'arte] ospitata in una meravigliosa biblioteca [d'arte]…
Perché - ancora una volta e per sempre – in principio era il caso. Che assume stavolta il volto dell'antica (più che trentennale) amicizia con Giovanni Breschi, e dell'accennata sua idea (complice un convivio di primavera) di fare alcune foto alle costole dei libri della Biblioteca degli Uffizi…
Come in una combinazione di bambole russe o scatole cinesi, ci imbattiamo da lì a poco nei libri bianchi di Lorenzo Perrone, una geniale – anche se non solitaria – interpretazione del libro, dell'oggetto libro, che rimane libro nel momento stesso in cui assume nuove parole non scritte, lasciando la libertà - a chi guarda - di trovare nel bianco, nella forma, nella trasformazione dell’artista parole proprie e proprie definizioni. La visita al laboratorio di Lorenzo è un unico, identico, immediato momento con la proposta che anche lui possa far parte del progetto che sarà. E un'unica, identica, appassionata condivisione della sua realizzabilità.